Sospeso tra il Bosco Verticale e la Unicredit Tower di Milano: l’impresa del

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MILANO. Camminare su un filo, sospeso a 140 metri d’altezza, tra il Bosco Verticale e la Torre Unicredit di Milano, per 205 metri. È l’impresa del funambolo torinese Andrea Loreni che andrà in scena nei cieli meneghini domani 26 maggio dalle 20 alle 20.30. La performance “The Walk” di Loreni, 48 anni e unico funambolo italiano specializzato in traversate a grandi altezze, inaugura la seconda edizione di BAM Circus – il Festival delle Meraviglie al Parco, che si tiene alla Biblioteca degli alberi della Fondazione Riccardo Catella fino al 28 maggio. «Tecnicamente – ha raccontato l’artista – si cammina su un cavo, che in fondo non è un gesto complesso, in un certo senso, è camminare. D’altra parte però c’è la necessità, almeno questo è il mio modo di essere funambolo, di farsi carico del rischio. Ma non solo il rischio di essere sul cavo, è il rischio dell’esistenza, non è una roulette russa. Si tratta della parte di rischio che abbiamo nella vita di tutti i giorni, solo che lì è molto esplicito, non puoi fare finta che non ci sia, non puoi evitarlo. Quindi devi scegliere di fartene carico e camminarci in mezzo».


L’impresa di Loreni, che ricalca quella di Philippe Petit nel 1974 tra le Torri Gemelle di New York, sarà visibile da ogni punto del parco e in streaming e sarà accompagnata da una performance musicale commissionata da Bam e realizzata da Cesare Picco. «Quando vedo gli spazi vuoti, come quando sono salito per la prima volta sui grattacieli e ho guardato dall’altra parte – ha concluso Loreni – è spaventoso. Un cavo mi mette una piccola strada, una piccola sicurezza; molto piccola, ma è una via, dopodiché in verità il cavo è uno specchio».


Il Festival delle Meraviglie – ha spiegato Francesca Colombo, direttore generale culturale di BAM – «sarà una tre giorni di teatro di strada contemporaneo: circo, performance, laboratori. Una meraviglia che passa attraverso il fascino colorato delle suggestioni creative del circo e dell’arte di strada. Uno specchio perché è il corpo del funambolo, il suo essere lì, a modificare le condizioni. Ma uno specchio anche perché certifica una presenza, un modo possibile di stare nel mondo».



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