Le truffe dei pass destinati ai disabili, un danno per chi ne ha davvero bisogno

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Ha denunciato lo smarrimento del pass auto per disabili intestato a sua madre, chiedendone un duplicato al Comune di Bari, nonostante continuasse a utilizzarlo regolarmente esponendolo nella vettura. L’uomo, figlio e tutore legale della donna, è stato a sua volta denunciato dalla polizia locale di Bari, con l’accusa di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico. Gli agenti hanno anche sequestrato il pass. Secondo gli accertamenti, l’uomo si sarebbe presentato a marzo negli uffici della questura per segnalare lo smarrimento del tagliando. Munito di denuncia, si sarebbe poi rivolto al Comune per ottenere il duplicato. A questo punto, come da prassi amministrativa, è stata avviata un’attività di verifica.

 Ripetuti appostamenti da parte degli agenti della polizia locale hanno permesso di accertare che il pass oggetto della denuncia di smarrimento era in realtà esposto nell’auto del denunciante, parcheggiata vicino casa. Il giorno prima del previsto ritiro del duplicato, una pattuglia si è quindi presentata alla residenza dell’uomo e si è fatta consegnare il pass. L’uomo ha cercato di spiegare di aver ritrovato il tagliando il giorno prima, ma la verifica delle banche dati ha dato esito negativo.

Questi i fatti. Sicuramente il signore in questione non ha adottato un comportamento corretto, danneggiando di fatto le persone oneste e in materia di disabilità è giusto essere molto severi. Difatti, se si desse la libertà di usare il contrassegno sempre e senza limiti, probabilmente ci sarebbero improvvisamente tantissimi disabili in più. Tuttavia, con tutte le tecnologie che abbiamo a disposizione, oggi sarebbe possibile verificare se chi sta utilizzando il contrassegno non stia approfittando della situazione. Non è raro il caso di persone che tengono contrassegni di bisnonni morti da tanti anni e continuano a utilizzarli prima di venire “beccati”. Il problema è che, se manca il controllo centrale, diventa tutto molto complicato e tra le pieghe del sistema si insinuano i furbetti. A volte poi anche le amministrazioni non sono molto precise. Per esempio, il mio contrassegno improvvisamente era stato bloccato perché risultavo deceduto! In realtà l’errore nasceva da un’omonimia con altra persona disabile, tra l’altro, neanche lei deceduta.

Una situazione quasi da film di Fantozzi, ma purtroppo molto reale e inspiegabile. Si dovrebbe punire pesantemente chi si comporta in maniera scorretta, ma agevolare chi invece ha veramente bisogno del contrassegno e non ha secondi fini. Il rischio è che episodi come quelli descritti rinforzino l’idea che i disabili siano dei privilegiati e questi, anziché essere diritti, siano appunto dei privilegi. Avere un contrassegno oppure un determinato ausilio vengono vissuti come un lusso, ma in realtà sono tutte cose fondamentali per permetterci di vivere la nostra quotidianità. Ovviamente chi compie gesti come il signore di Bari non fa altro che gettare benzina sul fuoco e alimentare pensieri sbagliati. Ottenere ausili o contrassegni richiede iter complicati, moduli da compilare e documenti da produrre ed è giusto così, proprio per evitare abusi. Ma, a causa di chi approfitta, l’iter diventa sempre più complesso, proprio per cercare di stringere nella rete gli imbroglioni. Documenti che ogni anno vanno ripresentati, quando tutto potrebbe avvenire in automatico e in questo modo si sottraggono energie e risorse importanti proprio a chi ne ha più bisogno.

Se in futuro riusciremo a convincere tutti che alcune agevolazioni sono un diritto della persona, sono convinto che cambierà la mentalità nei confronti delle persone disabili e tutto ciò non farà altro che migliorare l’inclusione. Perché più si facilita la vita delle persone, più sarà facile che si inseriscano nella società e vengano comprese e rispettate.

Mattia Abbate, l’autore di questa rubrica, è affetto da distrofia muscolare di Duchenne. “Questo spazio – dice – è nato per aiutare chi convive con difficoltà di vario genere ad affrontarle e offre alle persone sane un punto di vista diverso sulla realtà che le circonda”. Segnalate un problema o raccontate una storia positiva di disabilità all’indirizzo e-mail postacelere.mi@repubblica.it o scrivete a Mattia su Instagram www.instagram.com/abbate_mattia/





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